“Isabella, eravate talmente prese da quel l’uomo che non vi siete accorti della piccola Alice!” , quel nome mi era famigliare ma non ricordavo proprio chi poteva essere, a svelare l’arcano “ma come non vi ricordate della cugina di Rose? Eppure qualche anno fa vi era molto simpatica”. Alice? Alice era qui? “Angela ma dite sul serio?”. Si avvicinò e mi sistemò una ciocca dietro l’orecchio “certo”.
Corsi ,senza pensarci due volte , lungo le scale per precipitarmi nel salotto da dove preveniva delle risate. Aprii la porta e dissi “Alice, Alice è un piacere averti qui”. Ma presa dall’euforia non feci caso al tono troppo alto ma soprattutto non avevo notato che nella stanza non c’era nel Alice ne Rose come avevo immaginato.