Non aveva capito che aprirmi in quel modo mi aveva fatto male? che ammettere di sposare quell’uomo solo per soldi mi rendeva … mi rendeva una donna arresa .
Mi avrebbe ascoltato? E io l’avrei fatto? La mano del conte Cullen era sempre più vicina al mio viso. Cercai di scansarmi ma ormai mi aveva messa alle strette.
La sua mano sul collo mi donava brividi incomprensibili “Conte allontanatevi ” cercai di dire, ma dalle mie labbra uscì solo un leggero suono
Veramente egli è ver, che se i furfanti
non mangiavan quel frutto traditore,
io so che si sfoiavano gli amanti.
Ma lasciam'ir le ciance, e sino al core
ficcami il cazzo, e fà che mi si schianti
l'anima, ch'in sul cazzo or nasce or muore;
e se possibil fore,
non mi tener della potta anche i coglioni,
d'ogni piacer fortuni testimoni
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Quel bacio, scatenò qualcosa dentro di me che mi fece alzare in piedi. Da brava sciocca però non pensai alle condizioni precarie di quella posizione e così sballottata dalla carrozza mi trovai in braccio al Conte Cullen.
Sentivo il suo respiro sul mio collo e le sue salde mani sui fianchi. I nostri occhi si incontrarono giusto il tempo di sentire Alice dire “Isabella tutto bene?” , feci in tempo a alzarmi e ricompormi che Charlie si svegliò .
“Conte … io” per l’ennesima volta davanti a lui non riuscii a parlare . “Avanti contessa, c’è qualcosa che vi turba?” sussurrò al mio orecchio posizionando una mano sul mio ventre. A quel tocco mi scansai da lui, ancora tormentata dalle immagini del sogno.
“Allora contessa Swan , avete scelto quali fiore utilizzare? Vostro marito è davvero gentile ad aiutarvi nella scelta”. A parlare fu Mike, che vedendoci si era avvicinato.
“oh no… lui non è suo marito”
“Isabella, voi …” sussurrò roco avvicinandosi “ non sapete cosa ...” . La sua mano si bloccò e come scossa dalla fine di quel movimento mi allontanai. “non possiamo” non so cosa era appena successo, come fosse possibile.
Sentirlo chiamare il mio nome era stata come una scossa, era come musica sulle sue labbra. Ne avrei voluto fino alla morte. Ma quello che era successo non doveva replicarsi. Non era lui l’uomo che doveva regalarmi attenzioni
“So che non possiamo, contessa, ma io da quando …. Non so cosa …” , non riusciva a parlare e continua a passarsi nervoso la mano nei capelli.
“Allora, Isabella. Dicci tutto!” cominciò Rosalie “Com’è il tuo futuro marito?” la vedevo davvero entusiasta come lo era anche Alice che felice mi osservava in attesa di una risposta. Il conte Cullen non riuscivo ancora a guardarlo , non capivo il motivo per cui era voluto rimanere li a sentire discorsi da donna e comunque poco interessanti per un uomo.
“Si Isabella, dicci com’è!” Alice si avvicinò e appoggiò le sue mani sulle mie, come a darmi sicurezza. Probabilmente aveva intuito il mio disagio . Con un debole sorriso mi diedi forza “Non saprei dire molto di lui. Ho passato davvero poco tempo in sua compagnia” mi tremavano le mani. Quanto avrei potuto dire in loro presenza?
La presa di Alice si rafforzò “Non avere paura Isabella”
“Angela vi ho solo chiesto dove alloggiava il nostro ospite, non mi sembra di aver chiesto di avere la luna!”
***
"Leggete isabella? È una passione molto interessante la vostra"
Buon ferragosto!
“Isabella, eravate talmente prese da quel l’uomo che non vi siete accorti della piccola Alice!” , quel nome mi era famigliare ma non ricordavo proprio chi poteva essere, a svelare l’arcano “ma come non vi ricordate della cugina di Rose? Eppure qualche anno fa vi era molto simpatica”. Alice? Alice era qui? “Angela ma dite sul serio?”. Si avvicinò e mi sistemò una ciocca dietro l’orecchio “certo”.
Corsi ,senza pensarci due volte , lungo le scale per precipitarmi nel salotto da dove preveniva delle risate. Aprii la porta e dissi “Alice, Alice è un piacere averti qui”. Ma presa dall’euforia non feci caso al tono troppo alto ma soprattutto non avevo notato che nella stanza non c’era nel Alice ne Rose come avevo immaginato.
"Se qualcuno mi avrebbe visto, sarebbe sicuramente scoppiato a ridere. I pantaloni si reggevano solo grazie alle bretelle e la camicia bianca non era di certo della mia misura e ricadeva lungo i pantaloni facendomi sembrare, insieme agli stivali sporchi di terra, uno dei quei strani personaggi di corte che si leggono solo nei libri e che quasi sempre sono i giullari di corte."
....
"Speravo con tutta me stessa, che dove sarei andata avrei trovato un roseto, o una biblioteca e magari, anche delle buonissime mele con cui fare le miei torte. Sicuramente avere tutto questo, avrebbe allietato le miei giornate."
“come vi permettete!” il mio tono era serio, ma non sembrava averlo scalfito in alcun modo. Era rimasto con il suo sorrisetto a guardarmi.
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